J.R.R. Tolkien a cura di Baillie Tolkien
2000
Bompiani
56
Il 25 dicembre 1920 J.R.R. Tolkien cominciò ad inviare ai propri figli (John, Michael, Christopher, Priscilla) lettere firmate Babbo Natale. Infilate in buste bianche di neve, ornate di disegni e affrancate con francobolli delle Poste Polari, e contenenti narrazioni illustrate e poesie, esse continuarono ad arrivare in casa Tolkien per oltre trent’anni, portate dal postino o da altri misteriosi ambasciatori. Una scelta di quei messaggi annuali, trascritti a volte in forma di colorati logogrifi, formano questa fiaba intitolata Le lettere di Babbo Natale, scritta a puntate da un Tolkien non tanto in vena di paterna e didattica allegria, quanto in groppa all’ippogrifo della sua fantasia filologica e ironica.
Babbo Natale vive al Polo Nord, nella grande Casa di Roccia. Ha millenovecentoventi anni nel 1920, millenovecentotrenta nel 1930 e così via: ha, in altre parole, l’età dell’Era Cristiana di cui testimonia, con humour, creatività e contraddizioni. Con lui vivono l’Orso Polare e i Cuccioli suoi nipoti, tra cui Pasku e Valkotukka («Crasso» e «Pelobianco»); gli Uomini-di-neve e i loro bambini; gli Gnomi Rossi e gli Elfi (uno dei quali, Ilbereth, diventerà segretario di Babbo Natale). L’Orso Polare (detto, in lingua artica, anche Karhu) lo aiuta a confezionare i pacchi coi doni; Pasku e Valkotukka gli scombinano l’organizzazione della casa; le renne lo accompagnano nei viaggi; gli Elfi difendono tutti contro i Folletti; e Babbo Natale, tra un fuoco d’artificio dell’Aurora Boreale e una visita dell’Uomo della Luna (impegnato a mettere ordine tra le stelle), passa il tempo, oltre che a consegnare doni, a descrivere (a disegnare) con ordinato disordine il disordinato ordine del (suo?) Mondo.
Note
Francesco Saba Sardi
The Father Christmas Letters
George Allen & Unwin, London 1976
- Rusconi, Milano 1980-1994
- Bompiani, Milano 2000; riedito in nuova edizione a cura di Marco Respinti, 111 pagine, da Bompiani nel 2004