Dalla critica accademica al legendarium
Lo scorso maggio, dopo alcuni mesi di attesa, è stato finalmente pubblicato il volume nato dal convegno di Macerata Barlumi di cose più alte, più profonde o più oscure della sua superficie. L’opera di Tolkien dalla critica accademica al legendarium. Il volume è intitolato col nome dato al convegno stesso, opportunamente: sebbene non si tratti della vera e propria raccolta degli atti, la maggior parte dei contributi ivi selezionati sono di quei relatori che presero parte ai lavori svoltisi nel dicembre 2019 presso l’Università di Macerata.
Come si può leggere nell’articolo dedicato alla presentazione del volume, redatto da Giuseppe Scattolini e pubblicato a suo tempo su Tolkien Italia:
I contributi sono stati richiesti e consegnati solo molti mesi dopo e l’indice del volume non rispetta affatto il programma del convegno né gli interventi ivi tenutisi. Prima del convegno era solo stata promessa la pubblicazione degli atti, ma poi le circostanze, nel tempo, sono cambiate. A partire da tali circostanze sono state fatte delle scelte editoriali che hanno portato a privilegiare certi interventi piuttosto che altri e a chiedere anche a chi non poté intervenire al convegno stesso, ma al quale era stato invitato, di partecipare alla raccolta di saggi che dal convegno sarebbe nata. Unico che avrebbe dovuto partecipare al convegno, non poté, ma che poi ha inviato il suo saggio è Luca Manini. Anche la professoressa Raffi di Macerata ha avuto la stessa sorte: il suo intervento, tuttavia, lo recupereremo solo in una futura raccolta di saggi, in quanto per impegni accademici non ha potuto partecipare a questa miscellanea. Le scelte editoriali sono state fatte dagli organizzatori dello stesso convegno, me stesso e Ninni Dimichino, in veste di presidenti delle due associazioni organizzatrici, I Cavalieri del Mark e la Società Tolkieniana Italiana, divenuti poi io il curatore e lui l’editore del volume.
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In chiusura, è necessaria una nota sulla comunitarietà di questa pubblicazione. Essa rappresenta, per prima, la più grande comunità tolkieniana d’Italia, quella dei Tolkieniani Italiani, nata da pochi anni ma già estremamente attiva sui social, con diversi siti web, una web radio nota in tutto il territorio nazionale e anche all’estero e con una nascente rete di case editrici volte a portare avanti il nostro progetto di studio, custodia e diffusione dell’opera di Tolkien. Tutti e tre questi elementi sono per noi fondamentali: studio, perché la ricerca in settori innovativi è fondamentale per capire il nostro autore sempre meglio; custodia, dal momento che su Tolkien circolano delle autentiche‘fake news’, provenienti in primis (sic!) da chi cura le nuove edizioni e traduzioni dei suoi testi, e ci sembra di conseguenza doveroso informare le persone ed essere la voce di Tolkien nel nostro paese, dove non nacque progetto culturale senza secondi fini ideologici o politici (in questo senso chiamare la nostra Radio “La Voce di Arda” è una felicissima scelta di Simone Claudiani); diffusione, perché noi crediamo tanto nel fatto che tutti debbano poter essere messi nella condizione di capire e approfondire Tolkien laddove e nella misura in cui preferiscono, condividendo non solo la passione e il divertimento, ma anche la conoscenza di questo nostro autore.
Come Società Tolkieniana Italiana abbiamo sia promosso il convegno che patrocinato il volume, che si inserisce a pieno titolo nel novero delle nostre iniziative volte a stimolare il dibattito e la discussione sui contenuti delle opere tolkieniane: l’invito che rivolgiamo a tutti è quello di tornare a concentrarsi su ciò che gli scritti hanno da dire (che è ancora tanto, per giunta in larga parte ancora inesplorato), accantonando polemiche e motivazioni che si collocano al di fuori del mero ambito culturale.