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Un week-end dedicato a Lo Hobbit

Il fine settimana del 21 e 22 settembre è davvero speciale per tutti coloro che amano i libri ambientati nella Terra di Mezzo.

Infatti, il 21 settembre ricorre l’anniversario della pubblicazione di The Hobbit, l’opera prima di John Ronald Reuel Tolkien, l’esordio editoriale che lo ha consacrato tra gli autori di narrativa più apprezzati di ogni tempo. Correva l’anno 1937 e i lettori entravano per la prima volta nella Terra di Mezzo, imparando a conoscere il singolare mezzuomo Bilbo Baggins, l’altrettanto eccentrico stregone Gandalf e la compagnia di Nani capitanata da Thorin Scudodiquercia: pagina dopo pagina, l’avventuroso percorso iniziato in una Contea idilliaca e pacifica per giungere sotto la Montagna, al cospetto del drago Smaug per recuperare il tesoro da questi usurpato, giungendo all’epilogo drammatico della Battaglia dei Cinque Eserciti finì (e finisce ancora oggi) per conquistare i cuori di lettrici e lettori di ogni età. Voleva essere un libro per ragazzi, invece diede il via a una saga letteraria che lascia ancora oggi un segno nella cultura di tutto il mondo. In Italia arrivò nel 1973, con la traduzione di Elena Jeronimidis Conte per i tipi di Adelphi. Nel 2012 Bompiani ne diede alle stampe una nuova traduzione di Caterina Ciuferri e Paolo Paron, abbellita dalle illustrazioni di Alan Lee.

Il 22 settembre invece fu il giorno scelto dall’American Tolkien Society nel 1978 per celebrare i compleanni di Bilbo e Frodo Baggins. Come riportato nelle Appendici,

“…in onore di Frodo il 30 Yavannië, che corrispondeva al 22 settembre, data del suo compleanno, fu proclamato giorno di festa; si risolse il problema degli anni bisestili raddoppiando questo giorno, chiamato Cormarë o Giorno dell’Anello”.

J.R.R. Tolkien, “Il Signore degli Anelli”, Appendice D, Rusconi

Così il 22 settembre divenne occasione di festa col nome di Hobbit Day e la settimana in cui cade divenne, a sua volta, la Hobbit Week. Senonché il computo delle date dovrebbe tener conto della differenza di lunghezza dei mesi tra il Calendario della Contea e il gregoriano, cosa che collocherebbe l’effettiva data per il Giorno dell’Hobbit tra il 12 e il 14 settembre. Rimandiamo al testo dell’Appendice D i volenterosi che desiderassero verificare i conteggi personalmente e ci limitiamo a riportare quest’ultima annotazione, che segue la precedente:

“Non risulta che la gente della Contea commemorasse sia il 25 marzo che il 22 settembre; ma nel Decumano Ovest, specialmente nel territorio circostante il Colle di Hobbiville, divenne consueto divertirsi e ballare nel Prato della Festa il 6 aprile, tempo permettendo. Alcuni dicevano che era il compleanno del vecchio Sam Giardiniere, altri che era il giorno in cui per la prima volta, nel 1420, era fiorito l’Albero d’Oro, altri ancora che era il Capodanno Elfico. Nella Terra di Buck il Corno del Mark squillava al tramonto ogni 2 novembre, seguito da falò e da festeggiamenti”.

Ibid.
Locandina della mostra “Il viaggio di Bilbo”

Noi indiremo i nostri festeggiamenti a una settimana esatta di distanza, in occasione di Hobbiton XXVIII. Per l’occasione, che sarà ulteriormente impreziosita dalla presenza di un ospite di rilievo quale il chair della Tolkien Society Shaun Gunner, abbiamo dedicato un angolo particolarmente suggestivo a Lo Hobbit: a partire dall’inaugurazione della Festa e fino al 10 novembre si potrà ammirare una vasta e notevole collezione di opere, nella quale saranno in esposizione 56 disegni preliminari delle tavole de “Lo Hobbit” a fumetti del 1989 di D.T. Wenzel, accompagnati da 4 “prove d’artista” di grandi dimensioni nonché opere originali di artisti iconici dell’arte tolkieniana, come Alan Lee, Donato Giancola, i fratelli Hildebrandt, Ted Nasmith, Tim Kirk e Luis Bermejo oltre a due sculture di Anton Spazzapan. Completeranno la mostra i costumi di Veronica Veerena Stima, diverse traduzioni del fumetto, libri illustrati e una selezione di oggetti, tra cui spade, elmi e altri cimeli, per rendere questa originale presentazione del romanzo di Tolkien, ancora più coinvolgente e immersiva. Per saperne di più: https://hobbitonfolk.it/il-viaggio-di-bilbo/

Vi invitiamo comunque a non rimandare e a dare il via ai vostri festeggiamenti privati già in occasione dello Hobbit Day, a patto di avervi con noi per l’atto conclusivo della Hobbit Week a Pordenone!

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Hobbiton XXVIII: tutti i dettagli

Come preannunciato, l’edizione 2024 della nostra Festa A Lungo Attesa si svolgerà a Pordenone dal 27 al 29 settembre. Dopo un lungo lavoro di preparazione, abbiamo finalmente raccolto tutte le informazioni sullo svolgimento del nostro appuntamento più atteso: di seguito il riepilogo.

Il progetto

Lórien, di Marina Sussa

La nostra festa è uno dei tanti appuntamenti che abbiamo programmato sul territorio. Assieme al Circolo Culturale Eureka abbiamo organizzato un ciclo di eventi per tutto il biennio 2024/25 che culmineranno in una grande manifestazione in più giorni nel 2025, che si svolgerà tra Gorizia e Nova Gorica nell’anno in cui saranno Capitale europea della Cultura. Il percorso di avvicinamento all’evento principale del 2025, ovvero la grande Hobbiton goriziana, avrà luogo a Pordenone con la ventottesima Hobbiton, in cui si festeggeranno i nostri trent’anni; abbiamo però pensato di incoronare questo importante appuntamento coinvolgendo anche diversi luoghi Friuli Venezia Giulia con una serie di incontri. Per approfondire: https://hobbitonfolk.it/il-progetto/

Il programma

Proporremo una mostra inedita in Italia, due giorni di conferenze su temi legati a Tolkien, giochi di ruolo, stand, battaglie, cosplay e tanto altro tutto da scoprire, per soddisfare tutti i palati e trascorrere insieme una bella e grande festa.

Il tutto prenderà il via nel pomeriggio di venerdì 27 settembre: alle 18.00 nell’auditorium del PAFF! si terrà l’inaugurazione della mostra Il viaggio de Lo Hobbit con una breve conferenza di presentazione, seguita da una visita guidata alla mostra con la presenza di Davide Martini, curatore della mostra su David Thorne Wenzel, e Veronica “Veerena” Stima, che ha realizzato i costumi in mostra.

Hobbiville
Hobbiville

I due giorni successivi vedranno un incessante susseguirsi di attività che si svolgeranno tra la tensostruttura, i gazebo e le altre aree tematiche allestite nel Parco Galvani e l’auditorium del PAFF!: per tutti i dettagli di conferenze, laboratori, esibizioni, giochi e musica vi invitiamo a visitare regolarmente la pagina https://hobbitonfolk.it/programma-hobbitonxxviii/.

I protagonisti

Sarete voi: L’anima della festa è chi vi partecipa, noi siamo solo al vostro servizio!

J.R.R. Tolkien, il ricordo del commiato

Oggi, cinquantun anni fa, John Ronald Reuel Tolkien terminava il suo cammino terreno. In questo giorno di meditazione e affettuosa memoria riceviamo e volentieri pubblichiamo un brano dal nostro presidente emerito Paolo Paron, che ha dedicato gran parte della sua attività a leggere con enorme trasporto le opere del Professore e si è prodigato per farvi appassionare in egual modo tantissimi italiani.


2 settembre 1973: moriva J. R. R. Tolkien, grande filologo, studioso di miti e creatore di mondi.

“Guardiamo gli alberi, e li chiamiamo “alberi”, dopo di che probabilmente non pensiamo più alla parola. Chiamiamo una stella “stella”, e non ci pensiamo più. Ma bisogna ricordare che queste parole: “albero”, “stella”, erano (nella loro forma originaria) nomi dati a questi oggetti da gente con un modo di vedere diverso dal nostro. Per noi un albero è, semplicemente, un organismo vegetale, e una stella semplicemente una palla di materia inanimata che si muove lungo una rotta matematica. Ma i primi uomini che parlarono di “alberi” e di “stelle” vedevano le cose in maniera del tutto differente. Per loro, il mondo era animato da esseri mitologici. Vedevano le stelle come sfere di argento vivo, che esplodevano in una fiammata in risposta alla musica eterna. Vedevano il cielo come una tenda ingioiellata, e la terra come il ventre dal quale tutti gli esseri viventi sono venuti al mondo. Per loro, tutta la Creazione era intessuta di miti e popolata di elfi”

John Ronald Reuel Tolkien

.”Le fiabe parlano di cose permanenti, non di lampadine elettriche, ma di fulmini”.

(Ibid.)

Ne Il Signore degli Anelli possiamo notare come Tolkien più volte ci voglia far riflettere sul fatto che la Natura sia un essere vivente; ce lo dice parlandoci di Ent, Entesse e Ucorni, di boschi e foreste talmente pieni di vita viva che paiono dotati di volontà propria. Anche i monti, come il Caradhras, fra le Montagne Nebbiose paiono vivere di vita propria e una tempesta di neve impedisce il passaggio della Compagnia, che si trova costretta a scendere nelle gallerie di Moria, dove Gandalf incontra il Balrog e qui il suo cammino affronta una terribile prova. Con pennellate sublimi ci racconta anche come la Natura riconosca la Regalità e la omaggi, come ha scritto descrivendo il prato sotto gli zoccoli del cavallo di Re Théoden, lanciato verso l’ultima battaglia, perché il Re è un guaritore e, ristabilendo l’armonia, guarisce il mondo malato. Théoden Ednew (Rinato) è il diciassettesimo Re di Rohan, il Popolo dei Cavalli: i Rohirrim.

«Egli gridò con voce tonante, più limpida di ogni altra voce mortale udita sino a quel giorno: Avanti, avanti, Cavalieri di Théoden! Gesta Crudeli vi attendono: fuoco e stragi! Saran scosse le lance, frantumati gli scudi,e rosso il giorno prima dell’alba! Cavalcate, cavalcate! Cavalcate verso Gondor!» “Ad un tratto il Re gridò qualcosa a Nevecrino e il cavallo balzò avanti. Alle sue spalle sventolava il vessillo: un cavallo bianco, in campo verde, ma egli lo distanziò. Dietro di lui galoppavano come fulmini i cavalieri della sua scorta, senza però riuscire a raggiungerlo. Éomer correva come il vento, e la bianca coda di cavallo del suo elmo sventolava per la velocità; la prima éored, ruggiva come mare tempestoso sulle rocce, ma Théoden pareva irraggiungibile: La furia guerriera dei sui Avi scorreva come fuoco nelle sue vene ed egli cavalcava Nevecrino come un antico Dio, come Oromë il Grande, nella battaglia dei Valar, quando il mondo era ancora giovane. Il suo scudo dorato, scoperto, brillava e scintillava come un’immagine del Sole e l’erba rinverdiva intorno ai piedi bianchi del suo destriero”.

(J.R.R. Tolkien, Il ritorno del Re, Libro V cap. 5)

Mondo stupendo quello di Tolkien e il Friuli, alla fine di questo mese di settembre, potrà conoscerlo in modo approfondito durante i tre giorni della XXVIII Hobbiton, che si terrà al Parco Galvani di Pordenone nei giorni 27, 28 e 29 settembre 2024. Sarà anche l’occasione per festeggiare i 30 anni della Società Tolkieniana Italiana. Saranno con noi: Mario Polia, Eleonora Matarrese, Alberto Conforti, Caterina Ciuferri, Franco Forte, Adriano Monti Buzzetti, Luigi Pruneti, Greta Bertani, Igor Baglioni, Roberta Schembri, Paolo Gulisano; i gruppi degli Shire, Corte di Lunas e Lingalad, e poi Il Salterio, accanto a rappresentanti stranieri, ospiti gentili, visitatori a sorpresa, gruppi di scherma storica, armigeri e figuranti in abiti a tema. Potrete inoltre visitare la mostra su Lo Hobbit su cui veglierà un grande drago di 5 metri e tanto altro ancora.

Il programma arriverà fra pochissimo…. preparatevi alla partenza: www.hobbitonfolk.it

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HOBBITON XXVIII e i nostri primi trent’anni

La nostra festa tornerà a breve e per quest’anno vogliamo che sia memorabile: infatti, oltre al nostro ritrovo periodico che potremo goderci dopo un anno di stallo, avremo con noi una serie di ospiti e amici coi quali celebrare il trentesimo anniversario dall’esordio della nostra amata associazione.

Per adesso prendete nota di luogo e data: nei prossimi giorni inizieremo a tambureggiare con le notizie relative al programma.

Pre-locandina Hobbiton XXVII

Minas Tirith, uscito il nuovo numero

La rivista prodotta ed edita a cura della Società Tolkieniana Italiana giunge al suo ventiseiesimo numero ancora praticamente fresco di stampa, essendo uscito lo scorso giugno: ve lo presentiamo come gradevole lettura estiva, in vista dei molti appuntamenti di rilievo in programma da fine agosto in poi.

Il volume è dedicato all’anniversario consumatosi quasi un anno fa, il 2 settembre 2023, vale a dire il cinquantenario della morte di John Ronald Reuel Tolkien. Pertanto, i contenuti offrono una selezione dei temi più sentiti tra gli appassionati: dall’accoglienza italiana delle opere del Professore ai riferimenti principali che si possono cogliere nelle sue narrazioni, dalla sempre intrigante sfida delle traduzioni al fascino delle lingue della Terra di Mezzo, senza trascurare l’immenso amore per la natura che ha sempre contraddistinto la vita e il pensiero del grandissimo autore.

Dall’editoriale di Alessandro Stanchi:

Nonostante la corsa da parte di tutti i media italiani a commemorare (quelle che, secondo la loro vulgata, furono) la vita e l’eredità di Tolkien, poche sono state, in realtà, le voci sincere che hanno voluto celebrare la figura di un genio dell’umanità in quanto tale, parlando unicamente della sua opera, e non sperticandosi in fantomatiche appartenenze a movimenti politici di nascita novecentesca. Più numerose, invece, sono state le chiacchiere partigiane sulla sua presunta inclinazione politica, un ritornello che si ripete puntuale da decenni a questa parte, e che interessa ai suoi promotori solo come ennesimo campo dove cercare di ottenere una qualche forma di predominanza nel dominio cognitivo dei media: da troppi anni Tolkien è oggetto, anzi, campo di battaglia di una lotta tutta italiana, iniziata da una parte politicizzata che, non accortasi minimamente della grandezza del personaggio all’indomani della prima traduzione in Italia, ma, anzi, avendolo denigrato come scrittore di storielle per bambini alto-borghesi, sta tentando di recuperare il tempo e lo spazio perduto cercando di tirare per la giacca il pensiero profondo del vate di Oxford, finendo per auto-rappresentarsi come quella macchietta dei film della commedia italiana anni 1970 che, non avendo capito nulla da principio, voleva far poi credere di essere stato il primo a capire. Tutto questo per dire (e per sottolineare e marchiare a fuoco) che questo anniversario, come tutti quelli passati e futuri, è proprietà morale esclusiva unicamente di coloro che hanno fin da subito apprezzato il Tolkien scrittore e filosofo, studioso e aedo moderno, e non di chi, dopo anni, ha cercato, e cerca in tutti i modi, di attaccargli un’etichetta politica, nell’intento di mascherare il fatto che si fosse sbagliato a giudicarlo come un intrattenitore per bambini un po’ benestanti. Si cerca di mascherare l’insipienza passata con l’invasione mediatica, ma il gioco non funziona, e gli inganni vengono presto alla luce, come insegna il Professore”.


Periodico semestrale della Società Tolkieniana Italiana

Direttore responsabile: Gianfranco De Turris

Responsabile di redazione: Alessandro Stanchi

Illustrazione in copertina di Francesco Bisaro

Editore “L’Arco e la Corte “ – Bari – Per l’acquisto dalla pagina www.arcoelacorte.it oppure inviando una richiesta via mail a ordini @ arcoelacorte . it


Sommario

Editoriale di Alessandro Stanchi, 5

Premessa – Teatrino Tolkieniano di Gianfranco de Turris, 9

Teatrino Tolkieniano di Gianfranco de Turris, 11

Unde malum? L’origine del male nelle prime pagine del Silmarillion di Luigi Pruneti, 21

Gli alberi di J.R.R. Tolkien di Paolo Paron, 41

L’Albero delle lingue della Terra di Mezzo, una rivisitazione di Gianluca Comastri, 45

La spartizione della Compagnia, ovvero Tradurre Tindrock di Giovanni Carmine Costabile, 59

Tolkien e Dante: una porta sull’infinito di Manuel Massimiliano La Placa, 83

Sull’etimologia del Quenya quenta di Davide Pinna, 91

Recensioni, 95

I primi 70 anni de “La Compagnia dell’Anello”

Foto Tolkien

Era il 29 luglio 1954 quando The Fellowship of the Ring, il primo dei tre volumi di quell’opera epocale che poi divenne nota col titolo The Lord of the Rings (Il Signore degli Anelli), fece la sua comparsa sugli scaffali delle librerie del Regno Unito e degli Stati Uniti d’America, riscuotendo da subito un enorme successo di pubblico e costringendo l’editore a produrre ristampe su ristampe per soddisfare la domanda di copie.

Su questa straordinaria avventura editoriale ha scritto un ottimo articolo sull’Huffington Post italiano il nostro amico e sostenitore Salvatore Santangelo, iniziando il resoconto del viaggio intrapreso da J.R.R. Tolkien con queste parole:

Quando J.R.R. Tolkien, un semi sconosciuto professore di filologia del Pembroke College di Oxford, iniziò a scrivere quella che sarebbe diventata l’opera della sua vita, non poteva immaginare il viaggio epico che lo attendeva.  Dodici anni di scrittura, infinite revisioni e un destino quasi divino che hanno concorso a plasmare “Il Signore degli Anelli”, un romanzo che ha vissuto un’esistenza epica quasi quanto quella dei suoi gloriosi eroi.

Bozzetto preliminare di Tolkien per la sovraccoperta di The Fellowship Of the Ring, così come riportato da TolkienGateway.

Segue poi un riassunto delle vicissitudini personali e professionali del Professore, assieme ai dubbi che lo portarono a scegliere la trama da sviscerare e approfondire per la nascita di una nuova, grande storia da raccontare:

Inizialmente incerto su dove le sue idee lo avrebbero condotto, Tolkien considerò per un momento la storia di un figlio di Bilbo, prima di concepire una nuova idea: “Che il tema sia il ritorno dell’Anello”. Appena tre giorni dopo, annunciò a Charles Furth, impiegato dell’editore: “Ho in mente un nuovo inizio”. Questa scintilla di ispirazione fu sufficiente per spingerlo a creare una trama principale: la distruzione dell’Anello desiderato dal Nécromante, alias Sauron, nel cuore di Mordor.

Le titubanze di uno stimato docente accademico di Oxford che si lanciava in un esordio da narratore, per giunta con un tipo di opera che sembrava sfuggire a qualsiasi possibile tentativo di inquadramento nell’inesorabile casellario dei “generi letterari”, parevano più che legittime. Tuttavia cominciarono ben presto ad arrivare recensioni incoraggianti, critiche positive e soprattutto un’ondata di affetto da parte di un numero sempre crescente di lettori, poi divenuti affezionati fan di quella che sarebbe diventata una delle saghe di maggior impatto al mondo.

“Il Signore degli Anelli” non rappresenta un semplice ritorno, ma un avanzamento, una progressione: l’esplorazione e la conquista di un nuovo territorio letterario. Tolkien riversò il suo cuore in questa opera, pronto a subire critiche. La prima accoglienza fu complessivamente positiva, ma, come detto, con opinioni non sempre concordi. Eppure, il tempo ha dimostrato la grandezza del suo lavoro, che continua a ispirare e affascinare lettori di tutte le età.

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Tolkien Reading Day 2024: Servizio e Sacrificio

Anche per quest’anno la Società Tolkieniana invita a partecipare alla lettura collettiva mondiale dei propri passi preferiti tratti dalle opere del Professore: giunge infatti il  Tolkien Reading Day, il giorno in cui si dedica un momento per leggere o rileggere brani che ci hanno particolarmente ispirati o colpiti.

Il tema scelto dalla Tolkien Society per le letture dell’appuntamento 2024 è Servizio e Sacrificio

Siamo a disposizione per dare supporto in tutti i modi in cui potremo a chiunque vorrà indire momenti di lettura. Vi invitiamo poi a dare notizia di come trascorrerete questa ricorrenza, condividendo le vostre foto o i vostri video o semplicemente annunciando quale passo avete scelto di leggere, in uno di questi canali:

Raccomandiamo, sui social network, di inserire l’hashtag #TolkienReadingDay per fare in modo che i vostri contributi entrino nel grande flusso mondiale di testimonianze in onore del Professore.

Come per l’anno scorso, anche per il tema scelto quest’anno si possono trovare spunti realmente in ogni pagina dei libri dedicati alla Terra di Mezzo (e non solo). Dalla missione di Sam e Frodo, emblema del servizio reso dedicando a essa la propria vita finanche al sacrificio estremo, ogni eroe o personaggio impegnato nella lotta per liberare il mondo dall’oscurità vi si offre anima e corpo. Ci sarebbero pagine e capitoli da leggere per ben più di un giorno solo!

Buon Giorno della Lettura Tolkieniana!

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Anno nuovo, stesso brindisi a Tolkien

Un altro anno è appena iniziato e noi, che da sempre raccomandiamo di mantenere vive le tradizioni più care anche abbracciando lo scorrere del tempo e le novità che ci dona, lo vogliamo iniziare con un appuntamento ricorrente che ci risulta sempre molto gradito, un vero e proprio rifugio in cui dedicare un momento di ricordo che ci distolga dai pensieri della vita di ogni giorno e ci accompagni nel nostro angolo di ricreazione dell’animo.

Pertanto anche nel 2024 d.C., il 3 gennaio, accogliamo l’invito della Tolkien Society a partecipare alla tradizione dell’annuale Tolkien Birthday Toast, con il quale riserviamo un pensiero a J. R. R. Tolkien nel giorno che fu il suo compleanno durante la vita terrena. Come ormai saprete benissimo, il Professore nacque il 3 gennaio 1892, dunque quest’anno ricorre il 132° anniversario del lietissimo evento.

Il “cerimoniale” del Toast è ben noto e, di anno in anno, resta sempre lo stesso. A beneficio di chi si accostasse per la prima volta a questa piacevole usanza, tuttavia, ci premuriamo di riassumerne i punti salienti. Le “regole” da seguire sono davvero poche e semplici:

  1. Alle 21:00 ora locale del 3 gennaio, ci si alza in piedi:
  2. si leva un calice (o bicchiere, o qualsivoglia recipiente per bere!) della propria bevanda preferita, a scelta: non è necessario che sia alcolica;
  3. si pronuncia la formula “Al Professore”! Per chi vuol seguire pari pari la dicitura inglese The Professor! si può optare per il letterale “Il professore!”;
  4. si beve un sorso della propria libagione, dedicandolo a Tolkien;
  5. Ci si siede nuovamente, o comunque si riprende a godersi il ​​resto della bevuta, magari condividendo i propri pensieri sulla magia delle opere tolkieniane – può essere anche un’ottima occasione per (ri)leggere qualche pagina delle proprie predilette.

Se vorrete inviare un’istantanea fotografica dei momenti prima, durante e dopo il brindisi sui nostri o sui vostri canali social, raccomandiamo di adoperare l’hashtag #TolkienBirthdayToast, in modo da rendere ancora più ampia la partecipazione a questo bel momento collettivo. Noi vi aspettiamo e, in attesa dei prossimi appuntamenti sul territorio (ci stiamo già lavorando! Appena possibile vi aggiorneremo), vi invitiamo a unirvi a noi e a iniziare da subito a conoscerci, approfittando anche della nostra rivista soci con la quale essere sempre informati sulle iniziative con cui proponiamo di vivere assieme gli immortali temi trattati nelle opere del nostro amato Professore.

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La mostra di Roma vista da noi

Finalmente, l’avverbio che per primo si impone una volta terminata di visitare la mostra intitolata: “Tolkien. Uomo, professore, autore”.

Finalmente una mostra che ha una risonanza nazionale ed istituzionale ai più alti livelli dopo che, per decenni, le sue opere sono state in varie occasioni sottovalutate, da alcuni anche mal considerate quando non addirittura boicottate. Sperando che questa mostra segni uno spartiacque tra un prima nebuloso ed un dopo splendente come una nuova alba, non si può fare a meno di rallegrarsi e gioire come Hobbit ad una festa di compleanno.

Il materiale selezionato, naturalmente una piccola parte nel tutto tokieniano, risulta interessante e inedito per molti aspetti. 

Una menzione particolare per un baule da viaggio con inciso “M. Tolkien”, con il quale Mabel, la madre di Tolkien, fece andata e ritorno dal Sudafrica. In un’epoca, siamo tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, nella quale i viaggi avevano ancora alte percentuali di incognite e scomodità.

Detto questo, passiamo ad una piccola panoramica di cosa ci aspetta una volta varcata la soglia.

La mostra è situata in un’ala della Galleria Nazionale e gli spazi dedicati sono stati riempiti con criterio.

All’entrata un pannello informa su chi fosse l’autore e su alcuni aspetti della sua vita. Suggestive le foto di famiglia, un bianco e nero che svela ai nostri occhi un mondo lontanissimo, remoto, caratterizzato dai lunghi baffoni degli uomini e dagli ingombranti abiti delle donne. Lettere intervallate da una successione di libri, edizioni di quell’epoca, che Tolkien lesse e annotò con cura. 

Tra le lettere scambiate con gli amici, ne ricordiamo una del T.C.B.S. che tanta importanza rivestì nella formazione del ragazzo, poi uomo, John Ronald Reuel. Si aggiungano, sempre nel contesto epistolare, quelle con le varie case editrici. Dalla prima che lo pubblicò, la “Allen & Unwin” che comprende la critica positiva del figlio dell’editore all’epoca decenne a, purtroppo, quelle italiane che non lo capirono o sottovalutarono. Spicca soprattutto Elio Vittorini, direttore della collana “La Medusa” di Mondadori a partire dal 1960 che, dopo aver bocciato il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, stroncò Tolkien anche per un malcelato pregiudizio ideologico, come si evince dal suo appunto in mostra.

Proseguendo ci affacciamo in una saletta dove viene proiettato un emozionante filmato nel quale Tolkien descrive l’attimo che lo portò a scarabocchiare sulla pagina bianca del compito di un alunno: “In una tana sottoterra viveva un hobbit”. Chi ha letto il libro comprende come dietro quella piccola frase ci fosse un mondo che attendeva, da chissà quanto, di poter essere svelato.

Il video prosegue, sempre con la voce di Tolkien, con la negazione dell’allegoria nella sua opera e sul racconto di come a lui fosse sempre piaciuto inventare lingue. 

A cornice, nel resto della sala, un numero di opere, disegni, schizzi, quadri di vari autori e differenti segni che solo il gusto personale di ognuno potrà annoverarne alcune tra le preferite e altre non.

Non potevano mancare due mappe di una collezione privata riguardanti una l’intera Terra di Mezzo e l’altra Lo Hobbit in una versione che non avevo ancora visto.

Nella sala adibita a riepilogo degli innumerevoli frutti maturati dai libri, la grande parete con i poster dei film e degli attori mentre, nella parete accanto, la bacheca con i dischi in vinile tra i quali la colonna sonora del film di Bakshi e altri LP di alcuni complessi, come i Led Zeppelin, che furono ispirati dalla Terra di Mezzo. A certificarne l’ampia diffusione persino l’LP di una lettura con la voce di Mr Spock – Leonard Nimoy.

Nella stessa sala tre diorami e, per citare il più suggestivo, quello con Gandalf, a Moria, sopra il ponte mentre sbarra il passo al Balrog con la lava rossa e gialla che scorre sotto. Forse avrebbe dovuto avere una luce più soffusa per renderlo più coinvolgente.

Accanto il flipper a tema con l’ambientazione del film di Peter Jackson. Naturalmente una divertente partita è d’obbligo. 

A completare la sensazione di essere diventati parte della Terra di Mezzo, sette riproduzioni a grandezza naturale dei costumi di scena della trilogia cinematografica di Peter Jackson sembrano accompagnare la visita. Tre di essi, Éowyn, Faramir e Théoden, sono collocati proprio accanto al video che trasmette i film a getto continuo: in un angolo, Gandalf sembra vegliare alle spalle di Sam e Frodo; accanto alle bacheche, Galadriel rievoca la scena di “Un viaggio inaspettato” in cui sembra svettare contro il cielo di Imladris. Chi ci segue da qualche tempo avrà senz’altro notato il tocco creativo della nostra socia Veronica “Veerena” Stima, sempre generosamente disponibile nell’abbellire i nostri eventi con le sue creazioni: poterle ammirare anche in questa cornice è davvero un’emozione particolare.

Come non soffermarsi poi di fronte al grande pannello che elenca le lingue della Terra di Mezzo, un elenco di popoli; Elfi, Uomini, Nani… e non mancano quelli schierati con l’Oscuro Signore. Il mosaico di lingue e reami composto da Tolkien è maestoso quanto la sua opera. Peccato solo che il tabellone riporti alcuni collegamenti che non corrispondono a quelli presenti nello schema originale – lo sappiamo perché anche questo contributo viene da un nostro socio e consigliere!

Nella sala centrale, il pezzo forte sono le molte e varie edizioni pubblicate nel mondo. Alcune riconoscibilissime quali inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese mentre altre, che possono variare dallo slavo, alle lingue nordiche e asiatiche, purtroppo senza una didascalia informativa restano difficili se non impossibili da decifrare. In un azzardo mi sentirei di ipotizzare, non affermare, di aver visto una edizione cambogiana. O era nepalese?

Edizioni di tutti i tipi, dalle copertine sobrie e sgargianti con illustrazioni diversissime tra loro a seconda della nazione di riferimento.

Davvero imponenti le teche che racchiudono questo tesoro editoriale e che occupano tre pareti e, sopra la centrale, vengono proiettati dapprima un gigantesco ed inquietante disegno del Re stregone che all’improvviso scompare per lasciar posto a Saruman con accanto un Uruk-hai. 

Al centro di questa sala una struttura a quattro pilastri con ai lati dei tavoli e, su uno di loro, l’edizione americana del 1938 con la copertina azzurra che incornicia un disegno di Tolkien. All’interno della struttura, una mappa digitale della Terra di Mezzo con impressa la data del 3019 e l’apparire cronologico delle tappe del viaggio di Frodo.

Non resta che salire le scale per il piano superiore, dove ammiriamo altre lettere, quadri e la proiezione di un disegno raffigurante Faramir ed i suoi che catturano Frodo e Sam.

Di particolare interesse, nella parete accanto al corridoio che porta alla sala opposta, i pannelli con le frasi di ammirazione, considerazione, riconoscimento a Tolkien da parte di vari personaggi: Stephen King, l’ex presidente Barack Obama e di Ringo Starr che si rammarica nel non esser riuscito, con gli altri Beatles, a comprare i diritti cinematografici dell’opera. Per inciso, lui avrebbe voluto interpretare Sam.

Ma quelle che rendono più onore e stima sono pronunciate da Isaac Asimov, vale la pena leggerle ed assaporarle.

Sempre al piano superiore il resoconto di Tolkien dei suoi viaggi in Italia, soprattutto le tappe di Venezia ed Assisi, dei quali non anticipo nulla se non le benevole, ammirate e sentite parole rivolte verso questi luoghi e il rammarico di Tolkien nel non saper parlare la nostra lingua.

Una mostra da vedere e centellinare con la calma non di un Ent ma di uno Sveltolampo e, consiglio spassionato, assolutamente da rivedere in un giorno successivo a quello dell’inaugurazione, in modo da non farsi distrarre dalla gioiosa confusione di tanti, troppi Hobbit.

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2 settembre 1973 – 2 settembre 2023: saluto al Professore

Note biografiche

Cinquant’anni fa il mondo salutava John Ronald Reuel Tolkien.

In questi cinquant’anni, in particolare negli ultimi trenta, moltissimo si è scritto sulla sua figura e sulla sua produzione letteraria: nel nostro piccolo, da quando ci siamo costituiti, abbiamo indetto un numero imprecisato di momenti di commento, approfondimento, divulgazione e divertimento partendo dall’inestimabile corpus letterario che ha lasciato in dono al mondo intero.

Non sarà dunque necessario, proprio oggi, aggiungere altro. Per chi ancora non lo avesse fatto, naturalmente suggeriamo di dare una scorsa alla sua biografia (qui) e a un estratto della sua bibliografia italiana (qui): ma oggi riteniamo che il modo più emozionante di celebrare questa ricorrenza è di parlarne assieme. Lasciateci dunque un’impressione, una suggestione, un vostro pensiero sui nostri canali social (naturalmente, per chi vi è iscritto):

Saremo lieti di collezionare i vostri pareri e di interagire con voi, come sempre, in attesa di rivederci nei prossimi appuntamenti sul territorio!