Minas Tirith n° 27, a proposito di Hobbiton
Per chi non avesse malauguratamente potuto vivere in prima persona la nostra festa a lungo attesa, o per chi vi abbia preso parte e sia desideroso di rivivere le atmosfere gioiose che hanno caratterizzato il trentennale della nostra amatissima associazione, è da alcuni giorni in distribuzione il ventisettesimo numero della nostra rivista semestrale dedicato per l’occasione allo specialissimo appuntamento dello scorso settembre.
Questo nostro sforzo supplementare sarà anche costato un po’ di fatica editoriale al gruppo redazionale, ma gli sforzi sono stati ampiamente ripagati dal piacere di ripercorrere le conferenze e le presentazioni tenutesi nella due giorni di Pordenone che ha segnato il nostro ritorno nell’amata terra friulana. Siamo inoltre assai lieti di poter rendere un doveroso e sentito tributo all’impegno dei relatori, ciascuno dei quali ha concretizzato la propria preparazione in una serie di interventi molto interessanti e parimenti pregiati: non si sarebbe davvero potuto non assemblarli in una pubblicazione dedicata, per mezzo della quale conservarli e fare in modo che possano nel tempo raggiungere una platea ulteriormente allargata di appassionati, studiosi e ricercatori.

Stavolta l’editoriale di Alessandro Stanchi è talmente evocativo che non ce la siamo sentita di ricavarne uno stralcio. Abbiamo scelto di riproporlo in versione integrale, è perfetto così com’è:
“Una raccolta di conferenze, commenti, scritti necessariamente deve spaziare attraverso vari punti di vista, angolazioni, particolari che vengono messi in mostra quando si riferiscono ad un autore potente, poliedrico e visionario come J.R.R. Tolkien.
Nella XXVIII Hobbiton tenutasi a Pordenone nel settembre 2024 gli interventi sono stati particolarmente interessanti ed hanno toccato aspetti degli scritti tolkieniani quantomai profondi e densi di significato. Dal tema del Viaggio, affrontato da Caterina Ciuferri e da Roberta Schembri si ricavano molti spunti di riflessione e riusciamo a comprendere come il viaggio di Frodo o Bilbo alla fine sia anche il nostro viaggio nel grande mare della vita. La Natura, argomento così caro a Tolkien, amante dei grandi alberi e di tutto ciò che è vivo, capace di muoversi nel mondo o apparentemente immobile, con i suoi riferimenti ed i suoi simboli, le piante che sono pe-ricolose e a volte anche capaci di guarire, i richiami a suoni e oggetti che poi ci fanno tornare alla mente campane, orologi e armonie che parlano al cuore, tutto questo traspare dagli scritti di Paolo Gulisano ed Eleonora Matarrese. E poi il Silmarillion, con le sue grandi polarità: la profondità dei riferimenti tradizionali a cui fa riferimento Mario Polia portandoci per mano a toccare vette altissime di religioni e richiami ancestrali da un lato e Greta Bertani che attraverso gli scitti di Kilby ci fa conoscere la persona di Tolkien, con le sue sfaccetture, la sua ricerca, la sua spiritualità.Si è parlato pure dell’arte in Tolkien grazie alla mostra ed all’intervento di Davide Martini, a metà fra narratore e menestrello, che ci ha descritto immagini, visioni e immaginazione di coloro che a Tolkien si sono avvicinati attraverso un percorso artistico.Per non parlare delle lingue, argomento sempre molto seguito alle Hobbiton e trattato in modo magistrale da Gianluca Comastri, vero esperto di questo argomento così complesso ed affascinante. Luigi Pruneti ha voluto toccare poi un argomento solitamente trascurato o temuto: quello degli Antagonisti, i Nemici, parlando prima di Morgoth e poi di Sauron, dei loro subdoli tranelli, della capacità di votarsi al mondo oscuro, al Male, senza però trovare una realizzazione, una soddisfazione in questo, perché nel lato oscuro alla fine non esiste appagamento è sempre e solo negazione di qualcosa, mai realizzazione e felicità.
I trent’anni di Società Tolkieniana Italiana sono stati festeggiati anche con il contributo di Alberto Conforti ora docente a Parma che, all’inizio della vita della Tolkieniana, era direttore della Casa Editrice Rusconi e che ha collaborato attivamente insieme all’Associazione creando una vera e propria linea letteraria ispirata a Tolkien ed ai suoi scritti, ci ha raccontato la sua esperienza che potrete leggere in questo numero della rivista Minas Tirith.
Alla fine Tolkien è sempre nuovo e sempre diverso. Ogni volta che riprendiamo in mano un suo libro troviamo delle riflessioni, degli spunti che ci erano sfuggiti e questo alla fine è il grande fascino di uno scrittore che sa parlare prima di tutto al cuore del lettore e poi alla sua immaginazione”.
Periodico semestrale della Società Tolkieniana Italiana
Direttore responsabile: Gianfranco De Turris
Responsabile di redazione: Alessandro Stanchi
Illustrazione in copertina di Francesco Bisaro
Editore “L’Arco e la Corte “ – Bari – Per l’acquisto dalla pagina www.arcoelacorte.it oppure inviando una richiesta via mail a ordini @ arcoelacorte . it
Sommario
Editoriale di Alessandro Stanchi, 5
L’arte della Terra di Mezzo di Davide Martini, 7
Rusconi e la Società Tolkieniana: un felice incontro di Alberto Conforti, 23
Marmo e onice: le affinità non elettive tra J. R. R. Tolkien e H. P. Lovecraft di Adriano Monti Buzzetti Colella, 27
Tra piante, lingue e campane: svelare il mistero di Eleonora Matarrese, 31
L’albero delle lingue della Terra di Mezzo, dal Lhammas al Silmarillion di Gianluca Comastri, 43
Sauron lo stratega. Dalla guerra asimmetrica allo scontro frontale di Luigi Pruneti, 51
Presentazione di C.S. Kilby :“Tolkien e il Silmarillion” di Greta Bertani, 61
Miti di canto, miti di musica, miti di suoni… di Igor Baglioni, 67
Dal Silmarillion ai miti cosmogonici guaraní: un sorprendente raffronto di Mario Polia, 99
La Chiamata del Daimon: cos’è che ci spinge a lasciare la Contea di Roberta Schembri, 109
Bilbo e il suo viaggio per crescere di Caterina Ciuferri, 115
Dalla parte di “Ciò che cresce”. Tolkien, la natura e la tecnologia di Paolo Gulisano, 131