I Tolkieniani Italiani sul nostro sito

Siamo lieti di annunciare che prende il via proprio oggi, alla vigilia di Ognissanti (o Samhain) del 2018, una delle cose che reputiamo più belle alle quali ci stiamo dedicando da qualche tempo: Tolkieniani Italiani, uno spazio in più ambienti (web, social network e soprattutto incontri dal vivo) che raccoglierà e presenterà una serie di attività ideate e realizzate da tutti coloro che  si riconoscono in un certo modo di vivere e condividere valori e atmosfere della Terra di Mezzo.

Questo spazio naturalmente sarà aperto al confronto e allo scambio anche con chi proviene da “altri mondi”: la prima testimonianza di ciò è esibita proprio con l’esordio, che si concretizza con una prima iniziativa che lasciamo presentare al suo sostenitore e promotore più ispirato: Giuseppe Scattolini, fondatore e presidente dell’associazione Tolkien nelle Marche – I Cavalieri del Mark con cui noi di STI abbiamo raggiunto un’intesa e stretto un’amicizia che speriamo duratura, gratificante e stimolo di crescita per tutti noi – andando ad aggiungersi ai nostri ormai storici compagni di viaggio di Eldalië, Collezionisti Tolkieniani, Tolkieniana.Net e Tolkien Italia.

Auspicando  che sarà il primo passo di un lungo cammino fianco a fianco, lasciamo dunque la parola e l’attenzione a Giuseppe Scattolini.


Carissimi amici, Cavalieri del Mark, Tolkieniani Italiani,

quest’oggi sono stato chiamato a presentarvi una nuova iniziativa dei Tolkieniani Italiani, in quanto è nata in una discussione tra amici avvenuta in uno dei canali dei Cavalieri del Mark, di cui sono presidente. Ringrazio quindi anzitutto Greta Bertani, che ha lanciato l’idea di raccogliere “interviste” che porteremo avanti, e poi tutti coloro che hanno pensato a farne un ciclo intero che verrà definendosi in itinere. Ringrazio anche chi rende possibile questo progetto particolare, e chi accoglie questo mio articolo nei propri canali. Grazie sentitamente a tutti.

Per capire le intenzioni che stanno dietro all’iniziativa, dobbiamo capire la volontà profonda di coloro che l’hanno lanciata. Penso che sia palese e noto a tutti quanto la realtà tolkieniana italiana sia stata finora un luogo non esattamente pacifico, né accogliente, soprattutto per i neofiti e per chi tra i propri interessi ha l’esclusivo approfondimento di Tolkien. Penso che saremo tutti d’accordo nel dire che uno dei passaggi chiave de Il Signore degli Anelli sia il ritorno di Gandalf nel capitolo “Il Cavaliere Bianco”. Qui Gandalf, non più “il Grigio” ma “il Bianco”, dice alcune delle parole decisive dell’intero libro: dichiara di essere “Saruman come doveva essere”.

Saruman infatti, nelle intenzioni dei Valar che mandarono gli Istari sulla Terra di Mezzo, doveva essere la guida principale contro Sauron e le forze del male. Avrebbe dovuto in sostanza essere lui ad incontrare Thorin in quell’incontro casuale di Brea, avrebbe dovuto essere lui a chiamare Bilbo per essere il quattordicesimo della compagnia di Scudodiquercia, avrebbe dovuto essere lui a guidare la Compagnia dell’Anello ed a cadere nell’affrontare il Balrog di Morgoth a Moria. Ma Saruman non c’è mai stato in queste circostanze. Ha preferito gli alti torrioni, far godere ai popolani del suo aiuto e della sua conoscenza solo quando costretto, di mala voglia, e senza mai confondersi tra loro, senza mai sporcarsi col fango delle strade.

Tutt’altro, noi sappiamo, ha fatto Gandalf, Grigio come le giornate piovose che ha affrontato pur di raggiungere e guidare i suoi compagni, o come le chiazze di fango scuro rimaste sulle sue vesti. Potremmo anche immaginarci come, cosa che Tolkien non dice e non incoraggia a dire, ma per amor di interpretazione lo diremo noi, in principio anche le vesti di Gandalf fossero bianche, ma col tempo si sono colorate dello stesso colore dei luoghi dove camminava, grigi, bui, tetri, sporchi, mentre Saruman è rimasto, più che il bianco, “il puro”, colui che con gli affari piccoli dei mortali non aveva intenzione, non l’ha mai avuta, nemmeno quando era “buono”, di sporcarcisi.

Purtroppo, il mondo Tolkieniano non è mai stato come dovrebbe essere, ma è sempre stato il Saruman della situazione: attento a non avere a che fare cogli affari dei mortali, e tendente non a guidare ma a comandare, a togliere di mezzo ed eliminare in nome del progresso, a diventare il Multicolore quando avrebbe dovuto essere Bianco. Tendente soprattutto a fare delle promesse che poi non avrebbe mantenuto, e ad ingannare quanti incappavano nelle sue reti.

La nostra volontà profonda, Tolkieniani Italiani, è sostanzialmente questa: dare vita a una realtà tolkieniana nazionale come sarebbe dovuta essere da cinquant’anni a questa parte. Questo significa che mai più nessuno verrà lasciato solo, che tutti avranno il diritto di avere una realtà tolkieniana vicino a casa loro e degli amici con cui parlare di Tolkien. Significa che non è necessario che tutti dobbiamo sempre trovarci in uno stesso posto, che siano rocche medievali, fiere del fumetto e quant’altro: Tolkien deve abitare nei nostri cuori, nelle nostre case e vicino ad esse, negli amici di una vita.

Gli studiosi al fianco degli appassionati, gli appassionati al fianco degli studiosi, approccio totale alle opere di Tolkien, amicizia e fraternità: questi sono i valori da portare avanti. Non le fiere col biglietto d’ingresso a pagamento, dove si parla di fumetti e non di letteratura: Tolkien per essere capito va accostato alla filosofia, alla letteratura, alla teologia, agli ambiti del sapere umano profondo, non alle feste in maschera. Per un motivo molto semplice: le feste in maschera accadono un giorno o due nell’arco di tutto l’anno, Tolkien invece ti accompagna tutti i giorni della vita, in quelli belli e in quelli brutti, ti fa provare gioie profonde e grande nostalgia per un mondo perduto che ti spinge ad essere migliore nella quotidianità.

Tolkien è molto più di un passatempo, è una presenza costante, un appoggio sicuro, una roccia nel mezzo del mare in tempesta. Per questo le realtà tolkieniane non possono essere il mare in tempesta, ma la roccia salda cui appigliarsi. Pacifiche, belle da vivere: un mondo come sarebbe dovuto essere, ad immagine e somiglianza degli altri vari paradisi terrestri di cui Tolkien ci parla, come la Contea della Terza Era, Númenor durante i primi secoli della Seconda, Valinor della Prima e di ogni altra Era della Terra di Mezzo.

L’idea di questo ciclo di interviste nasce da qui, come prima pietra della grande casa che desideriamo costruire così come dovrebbe essere: iniziamo ad incontrare e far incontrare le persone, discutere della passione tolkieniana, ampliare delle realtà finora rimaste chiuse, asserragliate nelle loro fortezze che aprono solo ogni tanto e come se fosse una grazia concessa. Non ci si può vergognare di essere tolkieniani amici, come se si fosse appassionati uno scrittore di bassa categoria o si leggessero dei testi di scarso valore. È ora di mostrare al mondo, anche al mondo accademico, quanto è grande questo autore.

Giuseppe Scattolini