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History of Middle-earth in italiano

Il ritorno di Lucca Comics&Games a un’edizione in città ha portato una notizia indubbiamente di rilievo, per quanto riguarda le opere di Tolkien: Bompiani ha diffuso un post Facebook in cui annunciava il piano per la traduzione dell’intera History of Middle-earth, celebre opera postuma in dodici volumi (più indice) compilata e curata da Christopher Tolkien e data alle stampe tra il 1983 e il 1996. Da un lato era prevedibile che l’annuncio della serie TV di Amazon, con inizio previsto a inizio settembre 2022, avrebbe tirato la volata alla massiccia uscita sul mercato di serie di prodotti più o meno legati a Tolkien; d’altro canto, pochi avrebbero scommesso sulla History, che per vari motivi connessi alla sua storia in Italia e nel mondo pareva essere al centro più delle attese dei lettori che degli editori.

Tra gli appassionati più inclini ad approfondire e collezionare testi tolkieniani che parlano della Terra di Mezzo, quest’opera monumentale è dunque conosciuta, chiacchierata e bramata da lungo tempo, ben da prima dei primi tre film di Peter Jackson e della conseguente esplosione di notorietà a livello mondiale di queste grandi saghe letterarie. Per la sua struttura e per i suoi contenuti, inoltre, ha rappresentato una risorsa imprescindibile per studiosi e divulgatori, che in essa hanno trovato fonti e materiali di prima mano per corroborare le proprie opere secondarie e svelare gran parte dello scenario in cui J.R.R. Tolkien ha ambientato i racconti che amiamo.

Nei dodici volumi della History, Christopher Tolkien presenta e discute i manoscritti di suo padre relativi alle trame de Il Silmarillion e Il Signore degli Anelli, oltre ad altri saggi e racconti che trattano di vicende non narrate estesamente nelle opere narrative pubblicate fino ad allora. Parte di questi materiali erano pertanto inediti, mentre altre parti consistono essenzialmente in versioni precedenti di storie già pubblicate. Questo lo sviluppo dell’opera:

  • The Book of Lost Tales Part One (1983)
  • The Book of Lost Tales Part Two (1984)
  • The Lays of Beleriand (1985)
  • The Shaping of Middle-earth (1986)
  • The Lost Road and Other Writings (1987)
  • The Return of the Shadow (The History of The Lord of the Rings vol. 1) (1988)
  • The Treason of Isengard (The History of The Lord of the Rings vol. 2) (1989)
  • The War of the Ring (The History of The Lord of the Rings vol. 3) (1990)
  • Sauron Defeated (The History of The Lord of the Rings vol. 4) (1992)
  • Morgoth’s Ring (The Later Silmarillion vol. 1) (1993)
  • The War of the Jewels (The Later Silmarillion vol. 2) (1994)
  • The Peoples of Middle-earth (1996)

Nel 2002 è stato poi pubblicato un tredicesimo volume, The History of Middle-earth Index. Questo libro ha completamente integrato tutti gli indici dell’insieme in un unico grande indice.

I primi due libri ci introducono alla prima concezione del legendarium di Tolkien. Il terzo volume contiene estesi poemi riguardanti alcune delle storie principali. I due libri che seguono approfondiscono invece gli sviluppi che dalle versioni dei primi due volumi portano al cosiddetto Quenta Silmarillion, versione riveduta di quello che sarebbe poi uscito postumo nel 1977. I volumi dal sesto al nono trattano la storia e lo sviluppo de Il Signore degli Anelli, mentre la seconda metà del nono volume discute la storia di Númenor. Nel decimo e nell’undicesimo volume si discutono gli sviluppi successivi del Silmarillion, fungendo in pratica come base di partenza per l’edizione pubblicata. Il volume conclusivo prevede lo sviluppo delle Appendici de Il Signore degli Anelli, seguito da alcuni saggi assortiti che J.R.R. Tolkien aveva scritto negli ultimi anni della sua vita.

Chi ci segue da più tempo saprà che i Lost Tales erano già usciti in Italia per i tipi di Rusconi, rispettivamente nel 1986 e nel 1987, col titolo di Racconti Ritrovati e Racconti Perduti ed entrambi nella traduzione di Cinzia Pieruccini. Sembrava l’inizio di un ciclo destinato a ricoprire l’intera opera, ma malauguratamente (per motivi mai del tutto chiariti) non si andò oltre. Ora, come detto, il ciclone Amazon sembra invece aver improvvisamente creato condizioni idilliache perfino per i prodotti editoriali più azzardati – che, in sé, è una circostanza apprezzabile.

Come lettori, però, un’aspettativa l’abbiamo. Le chiacchiere attorno alla precedente esperienza di nuova traduzione legata al nuovo corso Bompiani/Giunti, infatti, non sono ancora sopite: gradiremmo molto che questa nuova operazione non fosse “di rottura”, come quella legata a Il Signore degli Anelli, ma che sia l’occasione per ricomporre una platea di appassionati come quella italiana, che (comunque la si pensi) merita di venir posta nelle condizioni ideali per poter apprezzare e condividere nella sua interezza le suggestive atmosfere create dalla penna e dalla mente di Tolkien. La notizia che per le nuove traduzioni sarà coinvolto un professionista di valore come Luca Manini, da questo punto di vista, è un ottimo auspicio: Manini, infatti, si è già cimentato con risultati egregi nella traduzione di testi tutt’altro che semplici da affrontare, come Beren e Lúthien e La Caduta di Gondolin, pertanto offre ampie garanzie di poter svolgere un lavoro di qualità e nel pieno rispetto della visione dell’autore. Si dà il caso che alcuni volumi della History (The War of the Jewels, The Lost Road, Sauron Defeated e Peoples of Middle-earth) contengano amplissimi stralci del substrato linguistico messo a punto da Tolkien per la Terra di Mezzo, universalmente (o quasi…) ritenuto un pilastro imprescindibile della concezione tolkieniana: purtroppo quel “quasi” riguarda da vicino Ottavio Fatica, autore di alcune dichiarazioni piuttosto sconcertanti a proposito del Tolkien filologo e glottoteta – a proposito del quale, ricordiamo che come associazione abbiamo promosso il primo e finora unico percorso di studi tutto italiano sulla tematica, che ha preso il via con la pubblicazione dei due volumi de Le Lingue degli Elfi della Terra di Mezzo ed è tuttora in corso. È dunque legittimo coltivare l’aspettativa un cambio di passo circa l’approccio ai testi e augurarsi che le prossime pubblicazioni si rivolgano con il dovuto rispetto tanto all’autore quanto alla platea dei suoi lettori, per uscire finalmente tutti assieme a rivedere le stelle di Elbereth!